martedì 26 maggio 2015

Rosmarino, profumo d’infanzia

Mi capita spesso di decidere all’ultimo momento cosa preparare per il pranzo. Quando accade, si corre il rischio che manchi sempre qualcosa e di solito è proprio quel tocco in più capace di rendere la preparazione più gustosa e saporita. Nella maggior parte dei casi si tratta dell’uso di erbe aromatiche se non si ha la fortuna di avere un giardino o una terrazza ben attrezzati. Mia madre, ad esempio, impiegava spesso il rosmarino, specie nei piatti della domenica.
 
 
 In dialetto cilentano, il rosmarino è chiamato “rosa marina” e il suo nome deriva dal latino ros e maris, vale a dire “rugiada del mare”, a sottolinearlo anche i suoi delicati fiori azzurro-malva che sbocciano a partire dalla primavera. E’ tra le erbe aromatiche più diffuse allo stato spontaneo lungo la fascia costiera cilentana.  Nelle zone soleggiate, infatti, il suo profumo tenace e intenso abbraccia il paesaggio e i suoi cespugli donano foglie sempreverdi. Il suo aroma favorisce la concentrazione, migliora l’umore e aumenta le capacità mnemoniche. L’uso del rosmarino in cucina è molto diffuso. Se ne utilizzano foglie e fiori per aromatizzare, insaporire e rendere più digeribili le pietanze, consentendo di ridurre l'uso di sale e grassi e pare sia utile anche per ridurre la produzione di composti tossici che si formano nella carne cotta ad alte temperature. Essendo un’erba fortemente aromatica è eccellente con carni, selvaggine, arrosti, piatti grigliati, brodi ed è presente in preparazioni a base di legumi, in special modo ceci e fagioli. Si accompagna bene a pane, pizze, focacce, formaggi e verdure di vario genere. Nel Cilento è impiegato anche nelle preparazioni di alcuni dolci tipici e per aromatizzare olio e miele. E’ bene utilizzare il rosmarino fresco in quanto, essiccandolo, si perde parte dei principi attivi. Volendo conservarlo bisogna raccogliere i rametti, con foglie e fiori, in piena fioritura durante l'estate. Vanno essiccati  il più velocemente possibile ed appesi a testa in giù in luoghi asciutti, bui e aerati affinché non perdano le loro caratteristiche. Le foglie ed i fiori vanno poi conservati in vasetti di vetro sigillati. Quando sono in cucina e decido, all’ultimo momento, di preparare l’arrosto, guardo alla finestra cercando quel cespuglio di rosmarino che era a casa dei miei genitori e sorrido. Mi torna in mente la mia mamma che ci chiamava dal balcone chiedendoci di portarle qualche rametto di rosmarino e penso che il mio arrosto non potrà mai essere buono come il suo.

  Foto Wikimedia Commons




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