Il 3 e
4 ottobre un seminario tenuto da Lea Melandri in attesa del grande raduno di
ottobre
La storia delle battaglie
delle donne è una storia antica.
E, in particolare, il femminismo degli anni Settanta è stato un
movimento di fortissimo impatto sia per i contenuti sia per le sue posizioni
talvolta radicali.
Ma, nonostante abbia
cambiato il nostro modo di pensare le donne e il loro ruolo, per molte persone
“femminista” è un termine che si associa solo a una particolare e dura enfasi
contestatrice; pochi conoscono la storia di questo movimento, i contenuti di
una battaglia che ha coinvolto migliaia e migliaia di donne e che continua a
produrre cambiamento.
L’Associazione Artemide
ha organizzato dunque, con il sostegno dell’Assessorato alle Politiche Sociali
del Comune di Capaccio, per il 3 e 4 ottobre dalle 17 alle 19 presso la Sala
Erika in piazza Santini un seminario della durata di due giorni proprio su
questo tema, per dare a tutte le donne la possibilità di conoscere almeno una
parte delle ragioni che hanno reso la loro vita diversa da quella delle loro
mamme o delle loro nonne. A condurlo sarà Lea Melandri, presidente della Libera
Università delle Donne di Milano e femminista storica, che così lo introduce:
“Il femminismo ha una
storia ormai quarantennale. L’ultimo convegno nazionale si tenne proprio a
Paestum nel 1976, ma da allora il movimento delle donne ha continuato a
diffondersi attraverso associazioni, case delle donne, centri di documentazione,
biblioteche, centri antiviolenza, consultori, riviste, case editrici, presenti
in tutte le città.
Ai suoi inizi la sua
azione fu dirompente, una vera e propria scossa all’intera società, una “rivoluzione”
delle coscienze, perché portò al centro dell’attenzione e della politica il
rapporto uomo- donna, il corpo, la sessualità, la maternità, la vita reale, e
tutto ciò che da questi elementi discende: la realizzazione personale, la
qualità della vita, la giustizia sociale, le opportunità di lavoro e moltissimi
altri aspetti del nostro essere quotidiano. Questioni che, oggi più che mai, di
fronte all’incalzare della crisi economica e della politica, appaiono più che
mai attuali. Chi siamo e come vogliamo vivere sono domande, per le donne
soprattutto, più che mai urgenti.
A Paestum, 36 anni dopo,
con l’incontro nazionale del 5, 6 e 7 ottobre, le donne vogliono mettere il
sapere prodotto in questi decenni dalle battaglie e dalla cultura femminista di
fronte agli interrogativi del presente.
Durante la prima
giornata di questo seminario
ripercorreremo le tappe della storia del movimento femminista ma, soprattutto,
esamineremo le pratiche che aveva creato e le parole d’ordine che aveva
elaborato e che molto hanno segnato la società nella quale viviamo.
Nel secondo giorno invece
si parlerà della femminilizzazione del lavoro. La presenza delle donne
nella sfera pubblica è andata aumentando negli anni. Ma non è solo una
questione di presenza numerica. Quella che da molti viene definita la femminilizzazione
del lavoro non si riferisce tanto ai dati quantitativi, ma alla richiesta che
oggi viene dalla nuova economia di “doti femminili”, il cosiddetto Valore D:
capacità di ascolto e di mediazione, cura delle relazioni, dell’affettività. Si sono insomma valorizzate quelle stesse attitudini che hanno tenuto
finora le donne in una condizione di minorità, relegate nell’ambito domestico.
Questa valorizzazione, può essere vista oggi come un’opportunità di
emancipazione? O è piuttosto una riconferma del ruolo femminile, vale a dire di
sostegno essenziale, come le donne sono sempre state nella famiglia, e ora
anche “valore aggiunto” per un’economia in crisi?”
Siamo tutte invitate!