domenica 17 maggio 2015

Storia di un tagliolino al latte


I nonni, figure di inestimabile valore. Rappresentano storia, cultura, tradizione non solo della famiglia ma di un intero paese. Noi giovani siamo sempre troppo presi dalla quotidianità, dalle mode, dal lavoro. L’espressione “Carpe Diem” è sulla bocca di tutti, per merito o per colpa, più di un noto film che di Orazio. No, non sto parlando del fidanzato di Clarabella ma di quel tale poeta latino che compose Odi e Satire.
Io, oggi, ho sapientemente unito Orazio (o, come i più preferiranno, Robin Williams) e storia del mio paese, semplicemente con un cucchiaio. Ho “colto l’attimo”, immergendo il cucchiaio in un piatto dolce, profumato e aromatizzato e ho assaporato la tradizione.
- Nonna, ma hai fatto i tagliolini?
Ebbene si, ad 89 anni compiuti, è stata proprio lei a prepararli. Non cucina più, di solito, ma se si tratta di doversi occupare di un piatto tradizionale non può sottrarsi.
- Certo, oggi è l’Ascensione e si mangiano tagliolini al latte
Probabilmente questo piatto ha origine in Basilicata e si è diffuso, in un secondo momento, in Irpinia e nel Cilento:
Il giorno dell’Ascensione –ultimo episodio della vita terrena di Gesù, il quale ascese al cielo quaranta giorni dopo la sua morte e risurrezione (dunque la festività si colloca 40 giorni dopo la Pasqua) – i pastori distribuivano gratuitamente latte di capra, in quanto, secondo credenza popolare, tenerlo per sé quel giorno poteva causare la sterilità del bestiame. Tutti avevano, così, la possibilità di preparare i tagliolini dell’Ascensione. Col trascorrere del tempo si è passati all’impiego del latte vaccino, più facilmente reperibile, preservando la tradizione di rifornirsi di latte appena munto la sera prima della ricorrenza.

- Nonna, tua mamma lo preparava già quando eravate piccoli?
- Si, era una tradizione, CAPISCI?
E lo dice scandendo bene quel “capisci”, con tono più alto, quasi a far notare l’insolenza della mia domanda. Quasi a sottolineare la sacralità delle tradizioni.
Io ho sorriso. Siamo nell’era del tablet, del selfie, del “burger” eppure quanto sono buoni i suoi tagliolini.
- Nonna, ma li mangiavate come primo o come dolce?
- In alcune case erano serviti come pasta, noi li mangiavamo come dolce
- Mi dici come li hai preparati?
- E tu poi me li fai assaggiare?
Spiritosa d’una nonna, non sarebbero mai così buoni come i tuoi!
- 3 uova
- 300 g circa di farina
- Un pizzico di sale
Si lavora fino ad ottenere un impasto liscio e si lascia riposare mezz’ora, coperto da pellicola. Poi si stende, ottenendo una sfoglia sottile, si arrotola e, con un coltello, si tagliano strisce molto sottili o meglio si sfilettano (come ha detto la nonna).
- 3,5 - 4 lt di latte
- 450 g di zucchero
- Buccia di un limone
- Una bustina di vaniglia, o, meglio ancora, i semi di un baccello
- Un cucchiaino circa di cannella
In una pentola dal fondo spesso e i bordi alti mettere a bollire il latte, unendo il resto degli ingredienti. Immergervi i tagliolini e lasciar cuocere per 5 minuti circa. Spegnere il fuoco e far raffreddare. Sono ottimi da mangiare, caldi, tiepidi e anche freddi.
Io li preferisco il giorno successivo.

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